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INTERVISTA DE "IL GAZZETTINO" AL PRESIDENTE BORDIERI

21 marzo 2010

Intervista di Tiziano Graziottin al Notaio Carlo Bordieri, Presidente del Consiglio Notarile di Venezia, da IL GAZZETTINO del 21.3.2010 pag. 11 edizione di Venezia.


"La città metropolitana, vagheggiata in autorevoli convegni e illuminate conferenze, per qualcuno è già qui,è già nei fatti. Carlo Bordieri, ad esempio, si muove quasi ogni giorno tra Padova, dove vive, Jesolo, dove ha lo studio, Venezia, dove presiede il Consiglio notarile, Mestre, dove lo portano l’attività professionale e il lavoro della figlia. Questa serie infinita di "dove" determina spostamenti quotidiani e una predisposizione mentale conseguente: «Parto da Venezia, faccio un salto a Padova e poi sono da lei a Mestre», lo abbiamo sentito dire, ed è chiaro che questo girovagare vale come il «cara, faccio un salto in centro» che si usava (più spesso) in altri tempi. Ovvio che con lui di mobilità su acqua e terraferma, tra centro storico e città metropolitana, si finisca inevitabilmente per parlare. Ma la conversazione con Bordieri fornisce soprattutto una visuale nuova e diversa della realtà veneziana di oggi perchè loro, i notai, in fondo sono i testimoni del mondo, professionisti che scrutano le storie familiari da una prospettiva molto particolare, quasi intima.


Notaio Bordieri, che idea si è fatto dello spopolamento del centro storico?


«Vede, nei nostri atti si rispecchia quel che succede nella società. Cosa significa per noi spopolamento? Che ad esempio nelle compravendite diminuiscono nettamente i trasferimenti di case tra veneziani, case che sempre più spesso finiscono ai foresti».
Venezia città di molti vecchi e pochi giovani?


«Infatti aumentano le successioni, con beni che alla fine non restano più all’interno della famiglia. Tra le ragioni ce n’è una particolarmente pregnante: spesso non c’è testamento (tendono a farlo i single o le coppie senza prole, meno i capi famiglia), il bene va diviso tra più parti e difficilmente c’è chi riesce ad accollarsi l’onere di liquidare gli altri eredi. E a valle delle successioni a causa di morte escono i
trasferimenti ai foresti».


E anche così voi spiegate il fenomeno del boom delle seconde case.


«Già, metta nel conto anche che l’obsolescenza del patrimonio abitativo di Venezia spesso comporta costi aggiuntivi per chi eredita. Il mercato oggi è quindi revalentemente orientato al commercio delle seconde case, spesso adibite a B&B per turisti di basse possibilità economiche; ma spuntano anche bazar, bar e ristoranti soprattutto a gestione cinese».


Dal vostro osservatorio c’è una possibilità realistica di invertire o ammorbidire questo trend?


«Una possibilità c’è ed è legata alla partita dei beni demaniali: si tratta di una irripetibile occasione per rilanciare la Venezia dei veneziani regolamentando in modo mirato le ristrutturazioni e le destinazioni d’uso. Questo beni per la maggior parte dovrebbero essere destinati a edilizia residenziale pubblica per i
residenti nel Comune di Venezia e per coloro, nativi veneziani ed emigrati in terraferma, che vorrebbero tornare. E parte di questi beni dovrebbero essere destinati a parco commerciale, iper o supermercato, per dare la possibilità ai veneziani di trovare almeno parzialmente quello che trovano in terraferma».


Qualche tentativo in questo senso è già stato fatto.


«Sì, ma bisogna procedere in modo serio, preservando fino in fondo gli aventi titolo. Mi pare che si era partiti con il pubblico anche per il Molino Stucky, e abbiamo visto come è andata a finire... Se a Jesolo, che non è Venezia, parliamo di Erp a 2000-2300 euro al metro quadrato forse bisogna intendersi sul concetto di edilizia residenziale pubblica. Guardi che il problema della casa spiega anche la carenza di organico della giustizia a Venezia».


Anche i magistrati e i professionisti piangono ?


«Tranne alcuni casi anche i magistrati non vivono a Venezia ma fanno i pendolari, se va bene da Mestre. Vale anche per i funzionari: ad esempio il direttore delle Entrate vive e Bassano e viene in treno.
Con i prezzi che ci sono se uno vuole un’abitazione - adeguata anche alla funzione - cosa fa? Accredita direttamente lo stipendio sul conto di chi gli vende l’immobile!».


Come notai siete intervenuti anche direttamente per alleggerire il carico del tribunale a Venezia.
La cittadella della Giustizia apre nuove prospettive?


«C’è da sperare insorga un nuovo entusiasmo negli addetti ai lavori. Ma ripeto, bisognerebbe dare la possibilità reale a queste persone di vivere con le famiglie nel luogo dove lavorano. E intorno alla cittadella andrebbero creati uffici a prezzi accessibili per gli operatori, anche per recuperare tutti quei professionisti che sono andati a Mestre in viale Ancona. Venezia soffre anche di uno spopolamento che
interessa i professionisti e gli stessi Ordini Professionali».


Con il ciclo di consulenze gratuite avete avvicinato molto la figura del notaio alla gente.


«L'iniziativa degli incontri con i cittadini è stata un successo, e pur in mancanza di una informazione capillare la gente continua ad affluire nelle varie sedi (cinque su tutto il territorio provinciale, ndr). Anche la stessa Provincia al cambio di amministrazione ha continuato nell'iniziativa, riconoscendone la validità. I cittadini apprezzano molto l'iniziativa avendo un atavico timore a recarsi dal notaio».


Lei è uno che si muove molto sul territorio: va meglio di qualche anno fa?


«L’impatto del Passante è stato indubbiamente straordinario, anche se dal mio punto di vista vorrei capire le ragioni della coda infinita ogni mattina alle 8 per chi cerca di entrare a Mestre dallo svincolo dell’ospedale. Per il resto la viabilità resta problematica, con molti punti neri, così come il collegamento con Venezia e l’aspetto parcheggi. Piazzale Roma presenta i problemi di sempre: pochi posti auto a prezzi
elevatissimi. I vaporetti spaccano il minuto ma non è possibile stare ogni volta pigiati come sardine».


È un tifoso della sublagunare?


«Assolutamente sì, per almeno tre motivi: ci saranno spazi adeguati per chi si muove a Venezia; i viaggiatori saranno al riparo delle intemperie; avremo posti auto più numerosi e a prezzi meno esosi nei parcheggi a ridosso dei capolinea in terraferma. Almeno lo spero».

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